domenica 11 marzo 2018

La forma dell'acqua - The Shape of Water





     Baltimora, 1962. Elisa Esposito (Sally Hawkinsna), solitaria donna delle pulizie affetta da mutismo, lavora presso una base militare, la cui quiete viene sconvolta dall'arrivo di un essere anfibio antropomorfo catturato in Amazzonia. Elisa, legatasi ben presto a quella creatura indifesa sottoposta a innumerevoli torture, tenterà in tutti i modi di liberarla da quel crudele calvario.




 Il conflitto ha sempre caratterizzato le opere di Guillermo del Toro, non solo nella duologia  La spina del diavolo/Il labirinto del fauno. Il conflitto, che perseguita l'uomo come una condanna biblica, viene sviluppato dal regista nelle sue più svariate sfaccettature. Conflitto quindi non solo intraspecifico, ma anche verso il Male o verso la natura, rappresentata quest'ultima come ingranaggio delicatissimo la cui alterazione ricadrà sempre sull'uomo stesso, ora come infinito che, nonostante l'evoluzione tecnologica umana, rimmarrà sempre in parte celato, come un mostro in letargo pronto a svegliarsi.
 Nel film La forma dell'acqua, il conflitto che funge da sfondo è quello della guerra fredda, ossia lo stesso crogiolo che ispirò il cinema fantascientifico a partire dal secondo dopoguerra. Se in essi la guerra fredda acquisiva le sembianze altere di alieni o fossili viventi, nel loro erede osserviamo invece la presenza sia della fonte teratogena, ossia il silente male bellico, sia il simbolo che rappresentava le fobie e le ossessioni che ne derivavano.




 Altro elemento caratterizzante risulta essere la prularità dell'elemento destabilizzante che minaccia l'ossessiva omologalizzazione della società, indirizzata verso  la pialatura di qulasiasi differenza non solo influenzata dall'antropocentrismo, ma anche legata alla sessualità, alla purezza razziale e all'integrità anatomo-fisiologica. Ne La forma dell'acqua non vi è solo l'esaltazione dell'eterogenità, ove la cooperazione tra "diversi" risultà più efficace  rispetto alla conformità, ma vi è anche un risuonante inno all'emotività, elemento essenziale nella disgregazione dell'asettica conformità.
 L'emotività diviene la forza in grado di liberare il "diverso" dalla patina di esclusione sociale, basta guardare Elisa Esposito, personaggio che gode dell'eccellente interpretazione di Sally Hawkins, che con la sua mimica sublime riesce a travolgerti in ogni suo sussulto, come misera particella innanzi al suo respiro.




 Se il padre spirituale, ossia la guerra fredda, si mostrerà crudele con la creatura amazzonica, il genitore materiale, ossia il cinema, risultera protettivo e quasi ipnotico, cullando l'essere anfibio in un cinema deseto, durante una delle scene più simboliche del film di Guillermo del Toro.




 Piccola curiosità. Come Hitchcock, anche  Guillermo Del Toro ama i cameo all'interno delle proprie opere. In La forma dell'acqua, il regista appare in forma sonora, attraverso il suo respiro roco che diviene il gemito sofferente della creatura posta, quasi in fin di vita, nella vasca da bagno. I suoni più romantici non derivano invece dal regista messicano, ma dal tubare dei piccioni.




Siamo ora giunti al momento di altri generi di cameo. La dolce Sally Hawkins osserva con ansia il suo Bulova.




Al polso di Michael Stuhlbarg possiamo ammirare un Hamilton




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